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E il 14 Marzo 1884 un’altra notizia terribilmente dolorosa si spargeva per l’Italia. Quintino Sella cadeva egli pure vittima immatura della morte!
Dopo venti anni di vita rigogliosa pareva che, colla perdita di Gastaldi e di Sella, anche il Club Alpino Italiano fosse colpito al cuore.
Ma no; che la nostra balda gioventù si strinse con maggiore affetto alla bandiera sociale e segnò con lettere d’oro i nomi di Gastaldi e di Sella, quali esempii perenni e potentissimi di forza, di coraggio e di perseveranza.
Ora sugli scudi del Club Alpino Italiano venne innalzato Paolo Lioy. Chi non ha letto i libri di questo simpatico scrittore popolare? In essi la scienza si sposa alla poesia, e da tale unione, nascono pagine che si fanno leggere avidamente e vi istruiscono senza che ve ne accorgiate.
Paolo Lioy, quantunque non abbia mai aspirato alla fama di grande alpinista, fu sempre innamorato delle montagne e, molti anni or sono, prendeva argomento da un libro di Federico De Tschudi1 per scrivere sul Politecnico2 di Milano un lungo e bellissimo articolo che forma una vera e completa descrizione pittoresca delle Alpi. Egli terminava il suo lavoro con parole di omaggio agli studiosi che esplorano le Alpi e ne popolarizzano i tesori e le bellezze. «È veramente un sentimento di venerazione, scrive Lioy, che ci riempie l’animo davanti a tante conquiste della scienza, ottenute con sì forti propositi, con sì invitto coraggio. Questi arditi precursori della filosofia naturale, che sprezzando disagi e pericoli, animati dal culto del sublime, sfidano le impervie regioni, le nevi eterne, per leggere nel velo d’Iside i responsi della natura, non sono meno intrepidi dei naviganti che spingono le prore nei mari polari. Saussure, Hugi, Hoocher, Humboldt, Bompiani, Tschudi sono nella scienza i legittimi fratelli dei Banks, dei Boss, dei Mac-Clure, dei Bellot, dei Parry dei Mac-Clintock. Il martirio è pur la meta a cui sovente s’avviano; e il mondo scientifico deplora due recenti esempi, in John Francklin perduto fra i mari glaciali e in Adolfo Schlagintweit spento fra le più eccelse cime del globo terrestre.»
L’omaggio, che Paolo Lioy rende agli scienziati alpinisti, noi lo rendiamo a lui, autore del libro: «In Montagna» in cui lasciò scritto: «Se vi ha cosa che la fantasia più fervida non basti ad immaginare, è la impressione che lasciano le gite alpestri. Sono di quelle impressioni ritempratrici e profonde che come inesauribili miniere di ricchezze restano nell’anima e a ogni istante della vita, tra le noie d’ogni giorno, tra gli sconforti stessi della vecchiaia, ripullulano nella memoria, sempre splendide di nuovi tesori.»
Il nuovo Presidente del Club Alpino Italiano ha mandato alle varie sezioni il suo fraterno saluto. Egli confida che ognuna di esse, lavorando attivamente nel proprio centro, coopererà a formare a poco a poco la illustrazione completa di tutte le montagne d’Italia. E il Club Alpino Italiano, auspici Gastaldi, Sella e Lioy, potrà vantarsi di aver ottenuto quanto è nel desiderio di tutti.
Noi siamo lieti di rendere in questa dispensa, omaggio al Club Alpino Italiano ed ai suoi tre Presidenti. E ringraziamo vivamente Paolo Lioy delle parole che egli volle indirizzarci a conforto ed a sprone nell’opera nostra.
La nostra pubblicazione vuol essere popolare e faremo ogni sforzo per meritarci il favore di tutti ma specialmente dei giovani d’ogni regione d’Italia. Suo scopo è di illustrare