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VENERABILI FRATELLI,


Allorquando vi annunziammo da questo stesso luogo il Concordato da Noi fattosi colla Maestà dell’Imperatore de’ Francesi, allora Primo Console della Repubblica, vi abbiamo comunicato il gaudio, onde il Dio d’ogni consolazione avea il cuor Nostro riempiuto pel cambiamento di cose in conseguenza dello stesso Concordato succeduto in que’ vastissimi, e popolosissimi Paesi a bene della Religione Cattolica. Imperciocchè i Sacri Templi indi riaperti, e dalle profanazioni purgati, che miseramente aveano sofferte, gli Altari riedificati, il Vessillo della salutifera Croce nuovamente rialzato, il vero culto di Dio richiamato, gli augusti misteri della Religione liberamente e pubblicamente di bel nuovo celebrati, i legittimi Pastori donati ai Popoli, i quali attender potessero a pascere il gregge, la Cattolica Religione felicemente dalle latebre uscita, in cui era stata costretta a nascondersi, e in mezzo alla luce di quell’inclita Nazione un’altra volta ristabilita, in fine tante anime dagli storti sentieri in seno all’unità ricondotte, e con se stesse, e con Dio riconciliatesi fornirono al cuor Nostro i più giusti argomenti della più ampia esultazione, e letizia nel Signore.

Quest’opera sì grande, e sì maravigliosa, siccome allora eccitò i più grati sensi dell’animo Nostro verso il Potentissimo Principe, che a perfezionarla per mezzo del Concordato spiegò tutta la sua autorità, così la ricordanza di essa aggiugne continui stimoli al cuor Nostro, sicchè ogniqualvolta ci si presenterà un’occasione, abbiam col fatto a dimostrare, che Noi siamo realmente verso di Lui animati dai medesimi sentimenti.

Ora lo stesso Potentissimo Principe Figliuol Nostro carissimo in Cristo Napoleone Imperator de’ Francesi, il quale per le cose, che dette abbiamo, ha renduti sì preclari servigj alla Cattolica Reli-