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il forte di santa brigida | 63 |
gentiluomo francese: — Osservate però che non ho ancora osato guardare dalla parte di Superga. — Era un’allusione alla difesa vittoriosa di Torino, una risposta gentile alla botta scherzosa. — Touché, — gli dovetti rispondere, facendo il saluto da schermitore.
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Per un pezzo non lo potei levare di lassù. Egli non si stancava mai di contemplare quello sterminato tappeto verde, picchiettato di vermiglio dai villaggi, rigato di bianco dalle strade, strisciato d’argento dai corsi d’acqua, orlato d’azzurro all’orizzonte, e tutto ricamato a rilievo e come trapunto dalla vegetazione, da mettere la voglia di passarci sopra la mano; e reso più bello anche da un cielo limpidissimo, striato di lunghissime nuvole sottili ed accese, simili a immense pennellate color di rosa, che tingevano del loro riflesso delicato le acque immobili del giardino della villa. — No, — diceva, dondolando il capo, e guardando giù per il fianco del monte, come se parlasse per sè solo; — dopo la presa di Santa Brigida, se non sopravveniva il Catinat, Pinerolo non poteva più reggere. Col rinforzo di seimila spagnuoli e coi dodici nuovi cannoni di grosso calibro che aveva ricevuti, il Duca di Savoia era sicuro del fatto suo. La piazza non era approvvigionata che per tre mesi. Egli aveva alla mano più di cento pezzi d’artiglieria. Con la batteria di mortai che piantò qua sotto, e con l’altre due che