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il forte di santa brigida | 51 |
nessun particolare dell’assedio gli era sconosciuto.
— Ci aiuteremo a vicenda — mi disse; e poco dopo pigliammo la via del monte di Santa Brigida.
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Ma prima d’arrivar sul terreno dell’assedio, credetti opportuno di fargli un’osservazione conciliativa. Bisognava regolare i conti del nostro orgoglio nazionale. E la cosa, per un caso assai raro, era mirabilmente facile. Avevamo l’uno e l’altro una parte eguale di soddisfazione nei ricordi dell’assedio di Pinerolo, perchè è vero che gli italiani e i loro alleati avevano espugnato il forte di Santa Brigida; ma non eran riusciti a impadronirsi della città: la gloria dei conquistatori del forte lasciava intera e netta quella dei difensori della cittadella. Gli alleati, d’altra parte, non avevan levato l’assedio per disperazione di vincere, ma perchè minacciati alle spalle dal Catinat. Le partite eran pari, dunque. Potevamo visitare il campo col cuore in pace. — Tapez! — egli rispose con un sorriso, stendendomi la mano.
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Arrivati ai piedi del colle, dove sorgeva la cittadella, ci soffermammo a guardar la pianura sottoposta. — Che stupendo scacchiere!