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394 | alle porte d'italia |
seccati del settimo sacramento; e poi, all’improvviso, sentendo dei passi davanti o di dietro, si avvicinano in fretta, e si parlano, sorridendo da buoni amici, per salvare il decoro del cuore. Delle signore si fermano qualche volta per richiudere un orecchino che scappa, o stringere una cintura che si scioglie, o levare una pietruzza dalla scarpetta scollata. E sarebbe mandata da Dio quella pietra. Ma è un caso tristo: c’è sempre il marito davanti.... e son così opachi! Ma non importa, mi ci diverto; con qualche danno, peraltro; come la malaugurata sera di quel barbone, che riannodando il velo del cappello alla moglie, per di dietro, le stampò nella nuca un maledetto bacio, di cui sentii fra capo e collo il contraccolpo, come un pugno ben assestato di boxeur inglese.
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Passano dei solitarii, e non son quelli che mi diverton meno. Li so già tutti a memoria, quasi. So che a quell’ora precisa vedrò spuntare il tale e il tale altro: degli ufficiali pensionati, degli impiegati in riposo, dei convalescenti che fan la salita tutti i giorni, per ordine del medico; dei “benestanti„ larghi e lenti, che vengon su con lo stecco in bocca, con le mani strette dietro la schiena, guardando qua e là con un sorriso vago, e andando a cercare i ciottoli per buttarli da parte col piede: desiderabili segni di quelle chilificazioni soavissime, che si fanno soltanto nelle città piccole, dopo