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390 | alle porte d'italia |
gne, e tutto è finito. E così tutti i giorni, e tutto l’anno. E io provo un piacere, una commozione di fanciullo, a raffigurarmi cento volte un vecchio milionario malato, che va a bussare una sera a quella porta con una carta della Maternità fra le mani, ed entra in quella casa; e sento un grido: — mio padre! — e uno scoppio di pianto, e il rumore d’una caduta, e voci confuse di meraviglia e di gioia, e il frullo dell’ali della pace che vola via da quel nido per sempre....
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Quel gran silenzio della mattina, qualche volta, è rotto da molte voci insolite, dai discorsi di un gruppo d’amici, venuti di lontano, che discutono concitatamente per dimenticare una colezione infelice; e quelle mattine si spandono dal terrazzo per la campagna, come uccellacci esotici portati là in una gabbia, le più bizzarre frasi del mondo, delle parole d’una lingua misteriosa e sinistra, che fanno correre un fremito per le fibre dei gelsi vicini.... — ....ma quell’animazione antropomorfa che s’infiltra per tutti i meati del mondo zolesco.... — ....no, tu confondi coi piccoli omotteri della famiglia dei coccidi che si trovan negl’internodii delle piante monoiche.... — dice che l’anima dell’individuo, entrando per opera dell’amor platonico negli ordini operativi, partecipa alla vita universale della psiche cosmica e si congiunge col Logo.... — ....sai che interessa interiormente