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le termopili valdesi 247

alla quale si dice che venissero i litiganti, in presenza d’un pastore, o d’un vecchio autorevole, a dire le loro ragioni; il perchè si chiama ancora la pietra della ragione; ma nè l’una nè l’altra portando traccie di melate o di pugni, si può credere che tra i Valdesi antichi fossero diffuse molto le due rare virtù di pagare i debiti e di discutere con pacatezza. La piazzetta era solitaria come la mattina.... Ma quel diavolo d’operaio cantava ancora, con la stessa lena e con la stessa allegrezza della mattina! Pareva che non si fosse mai chetato per tutte quell’ore, e che avesse a continuare così per anni e anni per schiattare poi tutt’a un tratto come una cicala. Invidiabile fine! Io che ho tanta paura di dever cessar di cantare avanti di morire!

Prima di separarsi da noi, il signor Bonnet ebbe la gentilezza di condurci a casa sua: una casetta bianca, con un muro coperto di pampini, divisa in piccole stanze linde e chiare, arredate con semplicità graziosa, e rallegrate da voci di fanciulli e dalle note d’un pianoforte. Non avremmo potuto chiuder meglio la nostra giornata che in quella casa sorridente, in mezzo a quella famiglia amabile, in cui il ministero del padre diffonde come un riflesso di dignità e di serenità religiosa. Ma io ebbi la cattiva idea di chiedere al pastore, e di sfogliare un vecchio librone, che non avevo potuto trovare in commercio: la storia valdese di quel celebre pastore Léger, che visse nel diciassettesimo secolo, e che ebbe parte importante in molti avvenimenti, tanto che la corte di Torino mise la sua testa al prezzo di ottocento ducati. La sua storia