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212 | le termopili valdesi |
vizio di rinfreschi ci pensa il ruscelletto vicino. Il pastore brontola, naturalmente; non vede di buon occhio quel saltellio di tentazioni e di peccatucci. Ma anche la gioventù valdese non rinuncia così facilmente ai suoi gusti. I costumi, nondimeno, non si può dire che siano liberi, quantunque i giovani e le ragazze non siano tenuti a catena. Gli innamorati son lasciati star soli insieme fino a tardi, al lume della luna, e credo anche quando non c’è luna, purchè non sia proprio un buio da tagliarsi a fette. Una graziosa canzonetta, che traduco in prosa, lo dice:
Alle Serre, l’altra sera,
Ero a letto, e m’addormentavo,
Quando sentii venire il mio amante,
E mi tornai a vestire.
— Benchè sia giovinetta,
Sedetevi qui, sulla panca;
Discorriamo dell’amore
Fin che la rondanina canti.
O rondanina bella,
Sei una traditora;
Ti sei messa a cantare
Che non era ancor l’ora.
N’avessimo vista almeno una di queste belle della panca! Ma da nessuna parte si vedeva un’effigie umana. Solo dopo un bel pezzo di cammino, incontrammo un contadino sui trent’anni, una bella figura, un tipo di antico valdese guerriero, alto, coi capelli lunghi e biondi come l’oro, con gli occhi celesti chiarissimi, con un gran cappello nero, di cupola emisfe-