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LE TERMOPILI VALDESI





Cominciamo come i romanzieri d’una volta. Era una bella mattinata della fine di settembre, sul levare del sole, quando tre amici, ancora mezz’addormentati, un deputato, un giornalista e.... (la frase è tanto bella e nuova che non posso trattenermi dal metterla) e chi scrive queste linee, uscivano insieme dal buon albergo dell’Orso, dove si cucina magistralmente il camoscio, e discendevano la strada principale di Torre Pellice per recarsi nella valle d’Angrogna, con l’intenzione di rimontarla fino al celebre Pra del Torno, chiamato “il santuario e la fortezza delle valli valdesi.„ — Ci vada, — m’avevano detto Valdesi e cattolici, — è la più originale e la più romantica di quelle valli, oltre che è la più gloriosa; lei ne ritornerà entusiasmato. — E m’avevano dato una commendatizia per il pastore d’Angrogna, il signor Stefano Bonnet, nativo del luogo, un barbone venerabile di ottanta o novant’anni, m’immaginavo; il quale sarebbe stato per me, dice-