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siglieri, dei membri del tribunale dell’inquisizione, una frotta di domenicani, di gesuiti, di arcieri di giustizia, e un seguito di contadini infanatichiti, armati di coltelli, e di predatori vagabondi raccattati per viaggio, e i frati cappuccini, e i birri, e il boia.... Raffigurateveli per una via di villaggio, di notte, che passano lentamente, fra le case mute, al chiarore delle torcie resinose che gettan per le finestre nelle stanze un riflesso delle fiamme del rogo; immaginate quel miscuglio di cappucci, di caschi, di pugnali, di crocifissi, di corde, quel rumore di catene e di tonache, quelle faccie barbute, quelle braccia in croce, quel mormorio di preghiere, quelle fiamme fumose e quell’ombre sui muri.... Ah! l’orribile cosa! In pieno giorno, in mezzo a quel bel verde e sotto quel bel cielo, la scellerata visione mi strappava un grido muto dall’anima: — Via, larve nefande, spauracchi abbominevoli del passato!.... — e svanivano; ma per riassalirmi ad un altro svolto di strada, come uno stormo di upupe, che uscissero improvvisamente da un cimitero.



I miei due compagni mi condussero a fare una visita a un loro amico valdese, un signore sulla sessantina, dotto e amabile, padre d’una famiglia numerosa e studiosa, sparpagliata per l’Europa. In quei giorni, ce n’era a casa una buona parte; signorine e giovanetti, d’aspetto serio e simpatico. La casa mi parve che ri-