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la ginevra italiana | 155 |
pur troppo, il famoso bersagliere Mottino: egli era un assassino tutto di un pezzo, una belva crudele e stupida, che uccideva inutilmente, e torturava prima di uccidere, e infieriva contro i cadaveri; uno sgozzatore di ragazzi, acceso di libidini orrende, perverso e feroce fin nel midollo delle ossa. L’avevano agguantato, dunque! Mentre noi leggevamo la notizia della sua cattura a Vigone, egli era già arrivato a Pinerolo, legato come un salame, in mezzo a uno squadrone di cavalleria. Tornavamo a respirare, potevamo rifare le nostre scampagnate col cuore tranquillo.... Di tutto questo mi ricordai lucidamente leggendo quel cartellone dei burattini. — Ah! è ancora vivo, e sta a due passi di qua, il Gamalero! Ebbene, lo andrò a trovare; e gli farò raccontare le sue gesta in mezzo a due bottiglie di Barolo vecchio.
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Tre giorni dopo, infatti, una bella mattina dorata di settembre, mi trovavo sul treno di Torre Pellice, con due buoni amici pinerolesi (due editori, tanto per non perder l’abitudine); tutto contento di rivolare un’altra volta a traverso a quella vasta campagna così verde e così buona, coperta da una rete infinita di canali, di rigagnoli, di strade, di siepi, di file di alberi, e chiusa all’orizzonte da quelle grandi montagne di color celeste, così placidamente superbe. Ma non era passata una mezz’ora dalla partenza, che lo scopo della mia gita era