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noscere se l’umiltà de’ suoi reggitori derivi da virtù ovvero da debolezza; e la virtù, sotto qualunque siasi apparenza si faccia ella conoscere, attrae sempre l’amore e la riverenza dell’universale, e porta seco l’impronta che in breve tempo la fa distinguere da quel vizio che più da vicino suole rassomigliarle. E vieppiù l’umiltà del Pontefice era dal popolo riverita per esser questa sempre accompagnata dalla beneficenza.
Se l’uomo abbia il cuore naturalmente benefico, anche rinchiuso: dentro alle murate reggie, ove pur non oda la voce lamentevole del mendico, o non veda bagnarsi il pavimento del pianto della vedova e dell’orfanello, può essere nondimeno che la tratta di un sospiro lo faccia risovvenire dei guai che soffrono alcuni mortali, e può darsi ch’ei pensi al loro soccorso. Ma questo sentimento nasce e muore in un battere di pupilla, e ad esso succede il pensiero di accumulare il denaro o per dilatare i confini e la potenza dell’impero, o per accrescere le rendite della famiglia; accusa con troppa frequenza rinnovata contro i capi della romana Chiesa dai detrattori della medesima; sì che