cile alla sua natura il manifestarsi umile qualora si trovi fra la moltitudine degl’inferiori che stanno intorno a lui condensati; anzi il manifestar l’umiltà concedendo, negando, condannando, imperando è forse la più ardua delle umane virtù. È vero che la voce della ragione si fa udire sovente al filosofo, che ritirato nella solitudine della villa medita sui diritti comuni a tutti quelli che compongono la congregazione del genere umano, e conchiude
che niun uomo come uomo dee credersi da più d’un altro; ma se tu darai al filosofo in mano la spada, e lo vestirai della regia clamide, quante volte troverai tu che il fatto corrisponda al diritto? Nulladimeno non è chimerica questa virtù, e Pio VII lo dimostrò: egli che mite ed umile di cuore, presentavasi nelle vie di Romolo qual era nelle solitarie chiostre di Benedetto. Dove mai tanto difficultoso esser poteva l’esercizio di quella virtù, quanto in trattar colla plebe insolente, la quale, ove manchi il terrore con cui sogliono frenarla i principi, passa in men ch’io non dico dalla venerazione al dispregio de’ suoi stessi dominatori? Se non che il volgo istesso sa rico-