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Simone Aliprandi - Apriti standard! | www.standardaperti.it - www.aliprandi.org | -95 |
9) È necessario definire politiche di disseminazione per i progetti di ricerca e innovazione tecnologica finanziati con fondi pubblici affinché vi sia maggiore riuso dei risultati. La modalità open source può essere uno strumento utile da sperimentare per diffondere prodotti software innovativi risultanti da tali progetti. Inoltre, tale approccio può essere sperimentato anche per ciò che concerne i software custom prodotti nell’ambito dei progetti finanziati attraverso i bandi di e-government. |
Alcuni mesi dopo lo stesso Ministro decide di emanare una direttiva con lo scopo di chiarire i principi in materia di sviluppo e utilizzo del software nell’ambito della pubblica amministrazione in generale, dedicando particolare attenzione al mondo delle soluzioni “open”. La direttiva “Sviluppo ed utilizzazione dei programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni” (anche nota come “Direttiva Stanca”) è datata 19 dicembre 2003 e «intende fornire alle PA indicazioni e criteri tecnici e operativi per gestire più efficacemente il processo di predisposizione o di acquisizione di programmi informatici. Nella scelta delle soluzioni informatiche disponibili sul mercato le PA dovranno seguire criteri che sono dettati dalle loro specifiche esigenze, ma anche da altri elementi quali:
1. la trasferibilità ad altre amministrazioni delle soluzioni acquisite;
2. l’interoperabilità e la cooperazione applicativa tra le amministrazioni;
3. la non dipendenza da un unico fornitore o da un’unica tecnologia proprietaria;
4. la disponibilità del codice sorgente per ispezione e tracciabilità;
5. l’esportabilità di dati e documenti in più formati, di cui almeno uno di tipo aperto.»1
Inoltre la direttiva si preoccupa anche di alcuni fondamentali aspetti come quello della sostenibilità economica del modello “open”; infatti nel testo si invitano espressamente le pubbliche amministrazioni «a tener conto dell’offerta sul mercato di una nuova modalità di sviluppo e diffusione di programmi informatici in modalità “open source”, ovvero applicazioni il cui codice sorgente può essere liberamente studiato, copiato, modificato e ridistribuito, una nuova opportunità tra le possibili soluzioni che rafforza e amplia il quadro di equilibrio e di aperta competizione.»
Inoltre, uno dei principali meriti della direttiva è quello di aver chiarito a livello legislativo alcuni concetti chiave, fornendone le definizioni. Si riporta a tal proposito l’intero articolo 2:
- ↑ II testo integrale della direttiva si trova all’indirizzo web www.cnipa.gov.it/site/_files/os_Direttiva%20MIT%2019%20dicembre%202003_c.pdf