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Simone Aliprandi - Apriti standard! | www.standardaperti.it - www.aliprandi.org | -81 |
esempio su come utilizzare “autoSpaceLikeWord95” o “useWorc!97LineBreakRules”; 4. Più del 10% degli esempi menzionati all’interno della proposta di standard non sono conformi alle specifiche XML; 5. Non c’è alcuna garanzia che si possa scrivere software che implementi completamente o in parte la specifica OOXML senza essere perseguibili per infrazione di brevetto o senza dover pagare licenze di brevetto alla Microsoft; 6. Questa proposta di standard va in conflitto con altri standard ISO, come lo standard ISO 8601 (Rappresentazione di date e orari), lo standard ISO 693 (Codici per la rappresentazione di nomi e lingue) e lo standard ISO/IEC 10118-3 (Hash crittografici); 7. È presente un bug nel formato del foglio di calcolo che impedisce l’uso di date antecedenti il 1900: tale bug è presente nella specifica OOXML quanto in Microsoft Excel nelle versioni 2000, XP, 2003 e 2007; 8. Questa proposta di standard non è stata creata tenendo conto delle esigenze e delle esperienze di tutte le parti interessate, ovvero i produttori, i venditori, gli acquirenti, gli utenti ed i regolatori, ma soltanto ed esclusivamente della Microsoft.» |
Come è possibile notare dalla lettura di questo documento, abbiamo a che fare con quattro critiche di natura tecnico-informatica (le numero 2, 3, 4 e 7) e altrettante critiche di natura giuridico-economica (le numero 1, 5, 6 e 8).
In risposta a queste critiche e soprattutto ai dubbi relativi ai diritti di privativa industriale, Microsoft ha pensato di pubblicare una dichiarazione pubblica, con la quale rendere nota la sua politica in questa materia: la Open Specification Promise (OSP); in sostanza, un impegno unilaterale (pubblicato su un’apposita pagina del sito di Microsoft1) a non intraprendere azioni legali basate sulla proprietà intellettuale contro chi implementerà quello standard.
Da più parti è stato fatto rilevare quanto un documento di questo tipo sia una garanzia troppo labile, una mera dichiarazione d’intenti, per di più proveniente dalla realtà commerciale più potente del pianeta in ambito informatico; azienda che, spinta da interessi particolari, potrebbe sempre unilateralmente decidere di modificare il testo della OSP o comunque farne un’interpretazione discriminatoria.2