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avrebbe dato dignità di standard internazionale a tutti gli effetti, al pari del concorrente ODF.

4.3. La mobilitazione anti-OOXML

Tale notizia ha scosso la comunità di coloro che negli stessi mesi avevano gioito per l’approvazione di ODF come standard internazionale, poiché l’approvazione di un nuovo e sovrapposto standard avrebbe creato alcuni problemi di natura tecnologica, ma anche e soprattutto di natura economica e strategica.

Le associazioni e le aziende interessate ad evitare questa sovrapposizione si sono organizzate nella ODF Alliance, un consorzio costituito nel marzo del 2006 da trentasei entità fondatrici, con lo scopo di fare attività di informazione e divulgazione sui vantaggi derivanti dall’uso del formato OpenDocument.1 Nel giro di pochi mesi i soci sono aumentati vistosamente per arrivare ad un numero che supera i duecento; fra loro i nomi di maggior spicco sono IBM, Oracle, Google, RedHat, Sun Microsystems.

Nel gennaio 2007 è stata avviata da parte dell’attivista Benjamin Henrion una vera e propria campagna di sensibilizzazione volta a creare consenso nella direzione di contrastare l’approvazione dell’OOXML come standard ISO: la campagna è stata laconicamente denominata No-OOXML ed è stata collegata ad un sito web (www.noooxml.org) dal quale è stata lanciata una petizione per chiedere all’ISO di non accettare il nuovo standard.

Le principali critiche addotte dai detrattori del nuovo standard sono efficacemente riassunte proprio nel preambolo della petizione proposta online dal sito del movimento No-OOXML e constano in otto punti essenziali:

«1. Esiste già lo standard ISO 26300 - Open Document Format (ODF): un doppio standard aggiungerebbe costi, incertezza e confusione per industrie, governi e cittadini;2
2. Non esistono implementazioni della specifica OOXML: Microsoft Office 2007 produce una versione particolare di OOXML, differente da quella descritta nella specifica OOXML;
3. Mancano delle informazioni nel documento di specifica, ad


  1. Sul sito ufficiale dell’ente si può leggere la sua mission: www.odfalliance.org/mission.php.
  2. A tal proposito si riporta quanto sostenuto da Carlo Piana nel suo articolo “Ne resterà solo uno!”: «il fatto stesso di cercare di imporre OOXML come Standard Internazionale alternativo rispetto a uno già esistente, esattamente per lo stesso campo di applicazione - come è ODF - vuol dire causare problemi di concorrenza. Non devono esistere due Standard Internazionali per lo stesso identico campo di applicazione, perché ciò è anti-economico per coloro che implementano lo standard, o restando non interoperabili con uno dei due, oppure dovendo supportare contemporaneamente due differenti standard incompatibili; in questo caso lo standard vincente non sarà verosimilmente quello più interoperabile, più libero e in generale migliore, ma quello sostenuto dall’applicazione dominante.» www.piana.eu/?q=it/due_standard_male.