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78- Simone Aliprandi - Apriti standard! www.standardaperti.it - www.aliprandi.org


L’anno successivo Sun compie la lungimirante scelta di rendere disponibili i sorgenti di StarOffice e di avviare così un progetto open source chiamato appunto “OpenOffice.org”. Grazie a questa scelta, Sun è riuscita a garantirsi un certo seguito da parte della comunità degli sviluppatori indipendenti e anche di altre aziende interessate a sviluppare plug-in e integrazioni del prodotto.

In stretta connessione con il progetto OpenOffice.org è nato l’Open Document Format (ODF), cioè lo standard a cui fanno capo tutti i tipi di file creati dall’applicativo. In realtà il nome completo del formato in esame è OASIS Open Document Format for Office Applications (cioè Formato OASIS Open Document per Applicazioni da Ufficio): questo formato, basato (non casualmente) su una versione di XML creata originariamente da OpenOffice.org, è stato infatti sviluppato e rilasciato dal consorzio OASIS il 1° maggio del 2005 nella sua prima versione (1.0), alla fine di un processo iniziato già nel dicembre 2002. Nel novembre del 2005 OASIS ha deciso di sottoporre le specifiche dello standard al Joint Technical Committee 1 (JTC1) di ISO e IEC; dopo un periodo di discussione e revisione di sei mesi, il 3 maggio 2006 l’ODF è stato approvato come standard internazionale con il codice ISO/IEC 26300:2006. Dopo un’ulteriore fase di raccolta e confronto dei commenti da parte dei soggetti interessati (altri sei mesi), lo standard è giunto alla pubblicazione definitiva il 30 novembre 2006.

Per quanto riguarda invece l’Italia, lo stesso standard è stato adottato dall’UNI il 25 gennaio 2007 con il codice identificativo “UNI CEI ISO/IEC 26300”. Davvero significativo il comunicato stampa diffuso da UNI il giorno successivo, di cui si riporta la parte iniziale:

«La norma tecnica UNI CEI ISO/IEC 26300, pubblicata in questi giorni come adozione nazionale della norma ISO/IEC 26300, rappresenta il capitolo finale di un lungo percorso che ha portato per la prima volta alla definizione, in ambito normativo, di uno standard universale per i documenti elettronici, svincolandoli dalla applicazione che li ha generati [...]. Ad oggi la gran parte dei documenti che siamo soliti gestire con il computer sono generati da software commerciali, ognuno dei quali possiede un proprio formato proprietario. Ciò comporta che, per poter leggere o modificare tali file, l’utente debba avere a disposizione lo stesso programma (ed in alcuni casi anche la stessa versione) utilizzato dall’estensore del documento oppure un programma che faccia da filtro per la visualizzazione.
Il formato OpenDocument, basato sul linguaggio XML, permette di superare questi vincoli. Esso è infatti ciò che viene definito uno “standard aperto”, libero pertanto da restrizioni tecniche e da diritti