Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
70- | Simone Aliprandi - Apriti standard! | www.standardaperti.it - www.aliprandi.org |
strutturato e codificato un file in quel formato; e di conseguenza non consente di sviluppare programmi che possano codificare e decodificare file in quel formato 1 con una certa affidabilità e precisione, se non attraverso un lavoro di reverse engineering che comunque non offre sempre garanzie di successo. Tuttavia, a causa dell’uso del segreto come strumento di tutela industriale, in molti casi queste specifiche volutamente non vengono rese disponibili dalle aziende che hanno sviluppato quel formato; e in altrettanti casi chi ha sviluppato il sistema di codifica del formato, non scrive un documento di specifica separato, ma definisce il formato solo implicitamente, attraverso il programma che lo gestisce.
Arriviamo così a comprendere il concetto di formato proprietario, del quale forniamo la definizione disponibile al sito del progetto Openformats (un progetto collaborativo di documentazione sui formati e gli standard aperti e sugli aspetti tecnici, politici ed economici legati al loro uso):
«Diremo che un formato è proprietario se il modo di rappresentazione dei suoi dati è opaco e la sua specifica non è pubblica. Si tratta in genere di un formato sviluppato da un’azienda di software per codificare i dati di una specifica applicazione che essa produce: solo i prodotti di questa azienda potranno leggere correttamente e completamente i dati contenuti in un file a formato proprietario. I formati proprietari possono inoltre essere protetti da un brevetto e possono imporre il versamento di royalty a chi ne fa uso.»2 |
In contrapposizione con l’idea di formato proprietario, nell’ultimo decennio è andata delineandosi quella di formato aperto. Iniziamo col riportare la definizione, tratta dalla medesima fonte:
«Diremo che un formato è aperto se il modo di rappresentazione dei suoi dati è trasparente e/o la sua specifica è di pubblico dominio. Si tratta generalmente (ma non esclusivamente) di standard fissati da autorità pubbliche e/o istituzioni internazionali il cui scopo è quello di fissare norme che assicurino l’interoperabilità tra software. Non mancano tuttavia casi di formati aperti promossi da aziende, che |