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tecnologico in generale. D’altro canto, come mostreremo a breve, la gestione della proprietà intellettuale è non a caso uno degli aspetti più delicati in fatto di standardizzazione.

Si tenga infine presente che gran parte degli introiti degli enti di normazione derivano - oltre che dalle quote di iscrizione/partecipazione delle realtà ad essi associate o affiliate - proprio dalla diffusione della documentazione relativa agli standard e dalla cessione in licenza dello standard stesso per la sua implementazione da parte di soggetti (aziende e altri operatori del settore) anche non coinvolti attivamente nel processo di standardizzazione.

4. Gli enti di normazione e il loro funzionamento

Gli enti di normazione (anche detti in Inglese “standard setting organizations”) sono «organizzazioni spontanee di natura privata, finalizzate alla definizione di standard tecnici che permettono di ottenere la compatibilità tra prodotti o servizi realizzati da diverse imprese.»1

Tali enti svolgono attualmente un ruolo davvero centrale per lo sviluppo industriale e tecnologico, con ripercussioni sostanziali a livello macroeconomico e politico; dunque è importante comprenderne i meccanismi di funzionamento.

4.1. Natura giuridica e funzionamento

Come già accennato ci si sta dirigendo sempre di più verso enti di normazione di natura spontanea, creati per iniziativa delle stesse aziende interessate alla fissazione di un determinato standard.

Dal punto di vista della natura giuridica, il diritto italiano tende a ricondurre tali enti (con le dovute specificazioni) generalmente al modello consortile.

Per il diritto privato (si veda l’art. 2602 Cod. Civ.) si ha un consorzio quando più imprenditori, per mezzo di apposito contratto, costituiscono «un’organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese.»

In verità, a seconda dei contesti giuridici di riferimento e dell’evoluzione storica dei vari enti, gli enti di standardizzazione hanno denominazioni differenti: consorzio, comitato, istituto, associazione o, con tono ancora più asettico, ente.

Tuttavia, al di là della loro precisa qualificazione giuridica (non così essenziale ai fini pratici), possiamo con certezza inquadrare tali realtà

  1. Calderini M., Giannaccari M., Granieri A., Standard, proprietà intellettuale e logica antitrust nell’industria dell’informazione, Il Mulino, 2005 (p. 28).