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Simone Aliprandi - Apriti standard! | www.standardaperti.it - www.aliprandi.org | -33 |
pubblici (a volte enti direttamente dipendenti dai governi) che sono preposti ad emettere norme e regolamenti mirati ad uniformare un determinato settore.1
Com’è facile dedurre dalle premesse concettuali fornite nel primo capitolo, il radicarsi di pratiche mirate alla formalizzazione di standard industriali è direttamente proporzionale al grado di complessità e trasversalità di un determinato mercato, ma soprattutto al livello di convergenza tecnologica verso cui quel settore si sta dirigendo.
Non è difficile intuire quindi che negli ultimi decenni si è assistito ad un esponenziale ampliamento dell’attività di standardizzazione, con una sensibile crescita di organizzazioni nate per iniziativa spontanea delle aziende attive in un determinato settore.
Ripercorrendo lo schema proposto da Granieri (nel già citato libro sui rapporti fra attività di normazione e diritto industriale), possiamo quindi individuare tre fasi evolutive della standardizzazione.
Una prima fase che si inaugura già alla fine del XIX secolo e arriva fino alla seconda metà del secolo scorso (tra gli anni 60 e gli anni 80) nella quale la tendenza è quella di legittimare forme di monopolio (i cosiddetti monopoli legali, creati per lo più per scelta politica) specialmente nei settori dell’energia, della telefonia e delle telecomunicazioni in generale. Una prospettiva che circoscriveva automaticamente la problematica degli standard ad una dimensione pressoché nazionale. È il periodo infatti in cui in gran parte degli stati industrializzati (soprattutto europei) vengono costituiti dai governi enti espressamente preposti a vigilare sull’uniformazione tecnica dei vari settori.
Abbiamo poi una seconda fase il cui elemento centrale è la liberalizzazione dei mercati accompagnata da una vertiginosa crescita ed espansione delle tecnologie e delle telecomunicazioni. Inizia qui a percepirsi l’importanza della standardizzazione non solo a livello nazionale ma anche internazionale.
Infine, vi è una terza e più recente fase ispirata alla massimizzazione della convergenza tecnologica, nella quale le industrie si trovano (volenti o nolenti) a dover far parte di un meccanismo di mercato sempre più integrato e cumulativo. È palese che in un simile contesto la ricerca di standard chiari e universalmente condivisi non è più percepita come una possibilità in più ma come una vera e propria esigenza.
- ↑ A tal proposito si legga la classificazione che si trova in Calderini M., Giannaccari M., Granieri A., Standard, proprietà intellettuale e logica antitrust nell’industria dell’informazione, Il Mulino, 2005 (p. 27).