Pagina:Aliprandi - Apriti Standard !, Ledizioni, 2010.djvu/30

30- Simone Aliprandi - Apriti standard! www.standardaperti.it - www.aliprandi.org
persone sono ormai così avvezze alla posizione delle lettere che possono digitare ampie porzioni di testo senza nemmeno guardare direttamente la tastiera; e questo indipendentemente dal tipo di dispositivo che si sta utilizzando. Si provi a immaginare il disorientamento e il disagio in cui ci troveremmo se ciascun produttore di dispositivi elettronici utilizzasse un proprio diverso ordine nella disposizione delle lettere.1


In verità in tutti questi tre casi non esiste un singolo standard per ciascun campo di applicazione: infatti per la carta esistono i formati basati sullo standard proporzionale del formato A4, ma anche altri standard (negli USA infatti sono diffusi fogli di altre dimensioni, quindi stampanti e fotocopiatrici sono tarate su un altro rapporto dimensionale); e per le spine è frequente trovare elettrodomestici progettati per prese di tipo tedesco (cosiddette Shuko) che necessitano un adattatore affinché funzionino con le prese italiane; infine, la tastiera QWERTY, a detta degli esperti di dattilografia ed ergonomia, pare non essere la soluzione più confortevole ed ergonomica, rispetto ad altre tipologie di tastiere proposte negli anni passati (si veda principalmente il caso della tastiera escogitata da Dvorak negli anni 30 ma mai adottata massicciamente dai produttori di macchine da scrivere e calcolatori).2

Tale disomogeneità dipende da vari fattori storici e tecnici che hanno portato al consolidamento di diverse soluzioni per lo stesso settore. Tuttavia la disponibilità di modelli riconosciuti standard permette di evitare la proliferazione di soluzioni tecnologiche superflue.

1.2. Standard de jure e standard de facto

Per poter arrivare a considerare una soluzione tecnica uno standard è dunque necessario rilevare il fatto che essa sia ormai utilizzata come principale modello di riferimento per lo sviluppo di uno specifico settore industriale.

  1. L’esempio della tastiera QWERTY come standard de facto è utilizzato nell’interessante articolo Bonaccorsi A. e Rossi C., L’economia degli standard e la diffusione delle tecnologie. L’Open Source non è un assurdo economico, Laboratorio di Economia e Management, Scuola di Studi Superiori Sant’Anna, Pisa, 2002; disponibile on-line all’indirizzo http://www.dvara.net/HK/I2001-02_0.pdf; specificamente si veda il paragrafo 6 dedicato alla diffusione del software Open Source e alla relativa presenza di esternalità di rete.
  2. «August Dvorak realizzò la sua tastiera studiando la lingua inglese e posizionando le lettere più utilizzate al centro della tastiera. Le lettere premute meno frequentemente sono state spostate all’esterno e le vocali sono state tutte spostate sulla home row (la riga centrale) a sinistra, così da consentire l’alternanza della mano sinistra con quella destra. In questo modo è stato possibile ridurre il movimento delle dita sulla tastiera, arrecando minor stress alle articolazioni e ai muscoli.» http://it.wikipedia.org/wiki/Tastiera_semplificata_Dvorak.