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16- | Simone Aliprandi - Apriti standard! | www.standardaperti.it - www.aliprandi.org |
l’aggettivo “aperto” venisse sdoganato in altri ambiti. Si legga ad esempio che cosa scriveva nel 1998 Giorgio De Michelis a proposito della progettazione di artefatti:
«L’apertura è una qualità importante degli artefatti se si vuole che essi siano usabili in contesti sociali ad alta variabilità, come sono quelli che sempre più frequentemente si presentano ai nostri giorni. [...] Un artefatto può essere aperto in molti modi diversi e da molti punti di vista diversi. In primo luogo esso può essere aperto, dal punto di vista del numero di utenti che ammette, se non esclude nessuno, se non richiede procedure complesse per accedervi, se imparare ad usarlo è facile. In secondo luogo, dal punto di vista della sua capacità di combinarsi con altri artefatti, se esso di integra negli ambienti in cui viene situato, se si può comporre con altri artefatti per dare vita a nuovi artefatti più complessi. In terzo luogo, dal punto di vista delle modalità di uso, se offre ai suoi utenti ampi margini di libertà nell’uso che ne possono fare, se offre loro la possibilità di inventarsi il loro modo di usarlo.»1 |
L’interoperabilità è a detta di molti una delle chiavi di volta della libertà in campo informatico. Senza di essa, infatti, gran parte delle libertà su cui si fonda il sistema del FLOSS rischierebbero di divenire evanescenti e di perdere efficacia nella realtà del mercato dell’informatica e della tecnologia.2 Avremo modo di analizzarne con precisione le implicazioni, ma cerchiamo di fornire fin da subito le dovute premesse concettuali.
Rimanendo ad un livello di definizione generica ed enciclopedica, possiamo dire che l’interoperabilità è la predisposizione di un prodotto tecnologico a cooperare con altri prodotti senza particolari difficoltà, con affidabilità di risultato e con ottimizzazione delle risorse.3 Obiettivo
- ↑ De Michelis G., Aperto molteplice continuo. Gli artefatti alla fine del Novecento, Masson, Milano, 1998 (p. 52).
- ↑ «Open source advocates claim that open source software is the only way to guarantee interoperability and interchangeability, as they are considered synonyms of open standard. This is not true, as there can be closed implementations of open standards, as well as open source programs using their own protocols and formats. [...] The issue of the relationships between open source software and open standards is important and deserves careful consideration. It is necessary to guarantee that an open standard remains really open and is not jeopardized by anybody.» Cerri D. e Fuggetta A., Open standards, open formats, and open source; disponibile on-line al sito www.davidecerri.org/sites/default/files/artopenness-jss07.pdf.
- ↑ Si confronti questa definizione con quella fornita dall’IEEE (ente internazionale che comprende tecnici, ingegneri e ricercatori di tutto il mondo nel settore elettrotecnico ed