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Tra le leggi regionali sopra citate, ce n’è una che merita particolare attenzione poiché è stata oggetto di una sentenza della Corte Costituzionale: la legge regionale del Piemonte n. 9 del 2009, sottoposta ad esame della Consulta per alcuni rilievi di incostituzionalità relativi alla suddivisione di competenze fra legislazione regionale e legislazione statale (alla luce del Titolo V Cost. riformato nel 2001).
Tale sentenza (datata 23 marzo 2010), al di là della sua portata abrogativa limitata all’ambito regionale, rappresenta un’importante pietra miliare per le riflessioni tecnico-giuridiche sui temi oggetto di questo libro; infatti con essa si può finalmente disporre di un primo riferimento giurisprudenziale in cui il fenomeno del FLOSS ottiene idealmente un riconoscimento anche a livello giurisprudenziale e non più solo a livello di dottrina giuridica o di mera prassi contrattuale. A ciò si aggiunga che gli articoli censurati dalla Consulta sono ripresi quasi pedissequamente in altre leggi regionali (come ad esempio la legge umbra); quindi l’impatto di questa sentenza può facilmente estendersi ad altre regioni.
Dei tre rilievi sollevati di fronte alla Corte (comma 3 dell’articolo 1, articolo 3 e commi 1 e 2 dell’articolo 6) quello che più interessa la nostra analisi è quello inerente all’art. 3. Si riporta un estratto della sentenza della