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Pero mira necòrni delacroce quelcbio tmomero tifara latto che fa innube ilfuo foco aclocc Iuidi per Iacroce unlume tratto dal nomar lofue cornei fifeo ne mi fu noto ildir prima cbelfatto Et alnome dela!to maccbabeo uidi muouerfi unaltro roteando et Ietitia era ferza delpaleo Cofi per cario magno et perorlando due nefegni lomio attento fguardo comoccbio fegue fuo falcon uolando Pofcia trafie guiglelmo et rinoardo elduca Gottifredi lamia uifta per quella croce et ruberto guiicardo Indi tralaltre luci mota et mifta moilrommi lalma ebemauea parlato quale era tracantori delcielo artifta Io miriuolfi dalmio dextro Iato perueder imbeatrice ilmio douerC oper parlare operatto fegnato Et uidi lefue luci tanto mere tanto iocunde ebe la Tua fembianza uinceua lialtri et Iultimo folere Et come perfentir più dilettanza bene operando Iuom digiorno ingiorno faccorge ebe la fua uirtute auanza Si maccorfio cbelmio girar intorno colcielo infieme auea crefciuto Iarco ueggendo quel miraeoi più adorno