Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Taceuanfi ambenduc già ipoetè dinouo attenti et riguardando intorno libero dalfaiire et dapareti Et già lequattrO ancelle eran delgiorno rimafe adietro et laquinta eraltemo drizzando pure infulardente corno Quandol mio duca icredo caloftremo ledextre (palle uolger ancouegna girandolmonte come far folemo Cafi lufanza fu linoflrft infegna et prèndcmo laaian comen fofpetto perlaiTentir diquel anima degna Elli giuan dinanzi et io foletto diretro et afcoltaua ilor fcrmoni che apoctar midauano intelletto Ma tofìo ruppe ledolci ragioni unalber che trouammo inmezza ftrada compcmi adodorar foaui et buoni Et come abete inalto fidigrada diramo inramo cofiquello ingiuTo credio perche per fona fu nonuada Dilato ondel cammin noftro era chiufo cadea da’altra roccia unliquor chiaro et fifpandea perlefoglie fufo Lidue poeti alalber fappreffaro et una uoce perentro lefronde grido diquefto cibo aurete caro Poi diffe più penfaua maria onde foiTer lenozze orreuoli et intere che allafiia bocca cor pcruoi rifponde