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200 CONCETTO DI DANTE


comandarlo e difenderne il pregio, tanto più, che per quel mezzo gli s’era dischiusa la via della Scienza per contendere alla verace Perfezione. Consentiva bensì, che troppo più del Volgare il Latino ritenesse di nobiltà, di virtù e di bellezza, non disconoscendo per altro queste doti nel Volgare suo proprio, e de’ suoi parenti e Cittadini, e della propria Gente. Onde non restò punto dal giovarsene ognora, deliberando, interpretando e quistionando, e potè dire con sentimento di verità d’aver usato con esso familiarmente per tutta la sua vita. Ben vuolsi avvertire, che nel Convito l’Allighieri si mostrò consapevole e sicuro che il Volgare di Sì, il Parlare Italico e la Lingua o Loquela d’Italia fossero una stessa cosa col Volgare o Parlare suo proprio e con la Loquela de’ suoi genitori e de’ suoi Cittadini e della sua Gente. Quindi fece uso di tali espressioni senza veruna differenza.

Per tutto questo gli è giuocoforza ammettere, che il previdente e fido Cittadino, e concorde a sè in ogni opera cui pose mano col nuovo Stile, non abbia mai cercato di valersi d’altro Volgare fuorchè del suo proprio, del Volgare cioè Toscano, e del Fiorentino singolarmente. Ed anzi con adattarlo per varia guisa, e sempre con discrezione, alla Grammatica ed all’Arte del Latino, gli riuscì di porgere stabile fondamento e norme sicure al Volgare d’Italia. Pur serbando l’indole di quel suo Volgare natìo, seppe da gran maestro eleggerne sol quanto gli sembrasse confacevole alla materia che avea tra mani, ed alla diversa qualita de’ componimenti e del rispettivo loro Stile. Ma poichè gli stava fisso nel pensiero che alle Canzoni si dovesse appropriare lo Stile tragico o superiore, anche nel commentarle in Prosa si tenne obbligato d’assumere un così alto Stile, per essere questo viemeglio conforme alla gravezza delle cose ivi recate in discorso. Se non che, a ciascuna delle specie, onde suol tripartirsi lo Stile, convenendo, non un Volgare speciale, sì bene una speciale parte del Volgare prescelto, importa ricercare quale fosse più adatta a quel magnificato Stile, e come Dante ce l’abbia insegnata e definita. Il che ci richiama alla tanto agitata quistione sul Volgare Illustre, di cui si cominciò a discorrere