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COMMENTI. | 183 |
quaternario solo o quinario o senario, e chiamerassi Fronte. Ma se sarà repetita, sarà di combinazione o di coppie, o di terzetti, o di quaternarj o quinarj o senarj; e questa Dante chiama Piedi; ma noi per fuggire la equivocazione nomineremo Base, per ciò ch’è base e fondamento di tutta la Stanza. La seconda parte poi, cioè quella dalla divisione in giù, può essere parimente o semplice o repetita: e se è semplice, si chiama Sirima; se è repetita, Dante la nomina Versi; ma noi, per fuggire la equivocazione (come di sopra facemmo nella Base), la nominiamo Volte. Ed è da sapere che, secondo Dante, repetita con repetita, cioè Base con Volte, ponno stare; e così repetita con semplice, cioè Base con Sirima, ed ancora semplice con repetita, cioè Fronte con Volte; ma non può già stare semplice con semplice, cioè Fronte con Sirima; perciocchè (com’egli afferma) la divisione nella Stanza non può essere se non si repetisce un’Oda, cioè un modo, o davanti essa divisione o dappoi; e però la Fronte, nella quale non si repetisce Oda alcuna, non può stare con la Sirima, la quale è parimente senza repetizione. —
34. Si recto calle ratio te direxerit, etc., cioè, per ridirla con Dante, se l’intelletto tuo ben chiaro bada (Purg., iv, 75); e tu vedrai che autorevolmente un così largo arbitrio si arrogano i Poeti nel magistero delle Canzoni, per esser queste il componimento più nobile, quello in cui tutta l’arte si comprende e fa sua prova maggiore: Cap. iii, lin. 35.
Lin. 8. Quandoque Frons Versus excedit in syllabis et carminibus, vel excedere potest. Notò già il Dionigi e dietro a lui il Fraticelli, che le due differenti voci «carmen» e «Versus» essendo state dal Trissino rese in italiano con Verso, è venuta a prodursi nel Volgarizzamento una certa confusione, per cui mal si comprende il concetto dell’Autore. Il vocabolo «carmen» sta e deve stare nel significato proprio e comune di verso, di qualunque specie esso sia; ma il vocabolo «Ver-