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COMMENTI. | 181 |
comprehendetur, etc. Diversamente dalla Volgata, onde il senso riesce di molto confuso, parve all’egregio Critico su ricordato, che «hujus quod est artis» s’avesse a riferire ad «interest.» E ciò si mostra accettevole, giacchè quel tanto dell’arte, che importa serbar nella rima, si determina poi in appresso: Videtur nobis hæc, quam habitudinem dicimus, maxima pars ejus, quod artis est: Vulg. El., ii, 11.
Lin. 1. Scientes, quod rationale animal est Homo, et quod sensibilis anima et corpus est animal. Malamente il Trissino traduce: Sapendo poi che l’animale razionale è Uomo, e che l’anima è sensibile e il corpo è animale; quando invece l’Autore intese di premettere come di certa scienza, che l’Uomo è animal razionale, e che l’animale è anima sensibile (o sensitiva) e corpo. L’Uomo difatti, benchè composto d’anima e di corpo, siccome gli animali bruti, se ne distingue specialmente per essere dotato di un’anima razionale: Conv., iii, 2; iv, 21. V. N., § xx. Ma per altro non si potrebbe avere perfetta cognizione dell’Uomo, senza conoscere in prima che cosa siano anima e corpo, ultimi elementi costitutivi della natura umana.
6. Magister sapientum è certamente Aristotile, il Maestro de’ Filosofi, di Color che sanno, anzi il Maestro dell’umana Ragione, il Filosofo per eccellenza: Conv., iii, 5; iv, 2. Ep. Card., etc, § 5; Inf., iv, 131.
8. Nunc diffinientia suum diffiniens sub compendio ventilemus. Il che gli è pressochè dire: Or esamineremo brevemente le parti della definizione data della Canzone, essendo che dalle parti si vien a conoscere il tutto: «ex diffinientium cognitione diffiniti resultat cognitio:» Cap. ix, lin. 3.
9. Et primo de cantu (Stantiæ), deinde de habitudine (partium) et postmodum de carminibus et syllabis percunctetur. E tutto ciò già era stato distintamente promesso nel Capitolo che precede, e si chiarirà in appresso.