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180 DE VULGARI ELOQUENTIA.


Volgari, e l’altro, l’arte de’ grandi Poeti Latini o regolari, quelli che scrissero ad arte, non a caso: Vulg. El., ii, 4, 7.

50. Cantio.... est æqualium stantiarum sine responsorio ad unam sententiam tragica conjugatio. La Canzone, così denominata per sovreccellenza, dev’essere un congegno di stanze uguali, ma fatto con magistero d’arte e nello Stile tragico, qual si conviene al componimento Volgare di grado supremo: Vulg. El., ii, 3. Dovecchè la Ballata ed il Sonetto, adoperandovisi meno arte e lo Stile comico, per la loro inferiorità, anzichè Canzoni, posson chiamarsi Cantilene: lin. 62.

60. Quod autem dicimus «tragica conjugatio» est, etc. Mi sono conformato al savio parere del Böhmer e al Volgarizzamento del Trissino, scrivendo così queste parole, che indi ben si collegano alle precedenti e le rischiarano. Nè ciò si ottiene, ove si legga al modo della Volgata: «Quod autem dicimus, tragica conjugatio est; quia cum comice fiat hæc conjugatio, Cantilenam vocamus



Lin. 5. Vestigemus è la lezione comune, cui preferisco «investigemus» coll’autorità del Cod. Vaticano.

9. Stantia, hoc est mansio capax et receptaculum totius artis. Vuolsi ben considerare come l’Allighieri tenesse che la Stanza propria della Canzone intanto riceve questo nome, in quanto essa comprende tutta l’arte della Canzone medesima, e n’è come il ricettacolo o il grembo, dovendo ogni Stanza esser formata per egual maniera secondo l’arte. La quale arte poi costituisce l’abitudine della Stanza, e così la informa, che indi piglia la sua propria veste.

20. De rithimo vero mentionem non facimus. In questo Libro «rithimus» deve prendersi nel significato di rima, che pur altrove Dante ben distingue da «rithmus,» ritmo o numero regolato: Conv., i, 10.

22. Licet in qualibet Stantia rithimos innovare... Si quid autem rithimi servare interest hujus quod est artis