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172 DE VULGARI ELOQUENTIA.


Witte, piuttosto che «ut dignum est,» qui si convien leggere «ut dictum est,» mostrandosi ciò in accordo col fatto, oltre che vien autenticato dal Volgarizzatore che pone tra parentesi: «come si è detto



Lin. 21. Est ut videtur congrua, quam sectamur. La costruzione che Dante riguarda per congrua (la più conveniente e pienissima d’urbanità), è la sola cui tien dietro, studiando di ben determinarla, non senza premettere che, a voler ciò compiere, gli bisogna far uso di gran discernimento. Dell’altra costruzione, vo’ dire della incongrua e sì imperfetta, era fuor di proposito di qui trattarne, dove nel rispettivo genere s’attende alle sole ottime cose: «sola suprema venamur:» lin. 15.

23. Sunt etenim gradus constructionum quamplures. Degnissimo di considerazione a me sembra, come il nostro Autore, intento colla cura maggiore a distinguere e stabilire la forma di costruzione meglio consentanea alla Canzone ed al Volgare Illustre che vi s’appropria, abbia scelto gli esempi dal Latino grammaticale, quando invece avrebbe dovuto derivarli dal Volgare stesso. Se non che, questo essendo originato da quello, ei s’avvisò di far vedere che il pregio delle costruzioni dell’uno potesse accomunarsi all’altro con certa discrezione. Pur nondimeno la felice natura di Dante prevalse, tanto che bastò a rendersi per virtù d’esempi, meglio che per definiti ammaestramenti, il Legislatore del materno Idioma.

27. Piget me cunctis, sed pietatem majorem illorum habeo, quicumque in exilio tabescentes, patriam tantum somniando revisunt. Il Böhmer fu di parere, che a «cunctis» qui si dovesse sostituire civitatis, onde la compassione della persona ivi supposta si riferirebbe a tutta una Città, benchè in grado maggiore verso coloro che sentono inquieto dolore d’esserne esiiiati. Ma pare, invece, che piuttosto vi si