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COMMENTI. | 121 |
che in Venezia, e altrove, per esprimere nell’ora, e si trova scritto pure in nell’ora, essendo le due formole in tel e in nel di un eguale valore.»
28. Çes fastù? crudeliter accentuando eructant. Gl’Istriani con tai crudi accenti vogliono significare: Che fai tu? Ma non sono tanto proprie loro queste parole, che non s’odano consimili in alcune parti dell’Alta Italia e della Romagna. E che se ne potrà poi conchiudere, se non che i suoni del Volgare toscano corrispondono assai men aspri, e certo piu accettabili, al giudicio degli orecchi meglio disposti a sentire la musica del Linguaggio? La verita s’apre la via da sè stessa per disvelarsi nel suo schietto splendore.
29. Crudeliter, cioè, come dice di sotto, «non sine multa rigiditate proferunt;» e altrove: «rude ac barbare,» e «Apuli quoque a sui acerbitate.... turpiter barbarizant.» Di questa rettissima guisa il Corbinelli seppe guidarci a prendere quel vocabolo nella precisa e notevole significazione.
30. Montaninas omnes, et rusticanas loquelas ejiciamus, etc. Sia pure che Dante riguardasse come montanina e rusticana la loquela de’ Casentinesi, dappoichè essi stanno richiusi fra monti e quasi disgregati dalle città; ma non si saprebbe definire, perchè siffatta gli si dovesse mostrare quella di Prato, dove pur risuonano gli accenti cittadineschi. Se non che dobbiamo ora lasciar in disparte tali quistioni, che anco per sicuri argomenti non si risolverebbero mai a buon segno, da togliere luogo alle facili e pronte altrui congetture.
31. Mediastinis civibus, e similmente «terrigenis mediocribus:» Vulg. El., i, 12. Indi il Corbinelli afferma che si dinotano i Terrazzani residenti nel mezzo della provincia; ma il Trissino meglio vi ravvisava que’ Cittadini che stanno in mezzo le città.
36. «Domus nova et Dominus meus,» etc. A questa lezione, che s’incontra ne’ Codici e nelle Stampe, non mi tenni dal sostituire l’altra immaginata dal Delius, e conforme alla corrispondenza degli esempi allegati. E perciò qui mi piace di riferire le parole dell’illustre Tedesco, quali furono tradotte dal valoroso D’Ovidio: «Dante portava questi due esempi