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114 DE VULGARI ELOQUENTIA.


Europa, dove pur noi abitiamo, si divide specialmente in tre, prova ora qualche ritegno nel passar a discorrere di esso in quanto è tripartito. Imperocchè bisognandogli così cimentarlo a parte a parte con sè stesso sente quasi mancarsi frattanto l’ardire d’assegnar la preminenza all’uno piuttosto che all’altro di cotesti Idiomi principali che indi originarono distinti.

5. Præponere non audemus, nisi a quo Grammaticæ positores inveniuntur accepisse Sic, adverbium adfirmandi. A ricercarlo per bene, questo costrutto si mostra assai intrigato ed erroneo, nè se ne ritrarrebbe facilmente il vero, se non ci ajutasse il buon Vicentino colla sua traduzione: Non abbiamo ardimento di preporre (l’uno anzi che l’altro dei tre Idiomi accennati), se non in quello Sic, che i Grammatici si trovano aver preso per avverbio di affermare. Laonde mi parve assai ragionevole di riordinar e correggere la Volgata, conformandola al Codice, da cui dovette essere tratto il Testo di quel Volgarizzamento. E da questo «Sic,» recato a termine di paragone, Dante s’avvisò di dover in alcun modo ed a prima giunta preferire agli ultimi due congeneri il nostro Idioma, poichè il degl’Italici s’accosta più al al «Sic» de’ Romani primitivi, che non l’Oc dei Provenzali e l’Oil proprio del Linguaggio di Francia.

10. Allegat.... pro se (in suo favore, rispetto al pregio delle Lingue di e d’Oc) Lingua Oil, quod propter sui faciliorem et delectabiliorem vulgaritatem (che per essere cioè di più facile e più dilettevole popolarità) quidquid redactum, sive inventum est ad Vulgare prosaicum, suum est: vale a dire, gli è suo tutto, che fu tradotto o inventato nel Volgare prosaico o nella Prosa volgare. E questa singolarissima prerogativa bisogna puranco in oggi concedere ai Francesi, dacchè massimamente coll’agile efficacia e prodigiosa facilità della loro Prosa valsero a raccomandarci insieme coi loro Libri lo studio e l’uso della propria Lingua.

12. Videlicet Biblia cum Trojanorum, Romanorumque gestibus compilata et Arturi Regis ambages pulcherrimæ. Saviamente il Fraticelli nota l’errore del Trissino nell’aver ciò tradotto con le seguenti parole: Cioè la Bibbia, i fatti dei Tro-