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COMMENTI. 99


de’ secoli. Ma di questo parmi siasi già ragionato a sufficienza nei commenti al Capitolo secondo di questo Libro. Or qui giovi rammentare, che affine di ravvisar un Autore in contradizione colle proprie dottrine bisogna affidarci nella sicura coscienza d’averle meditate tutte, e una per una, e con le attinenze scambievoli, onde solo può discoprirsi l’intimo legame che le contempera e riunisce. D’altro modo si corre pericolo di cadere in fallo, mal istigandoci l’amore di novità o il piacere del far ambiziosa mostra della nostra scienza.



Lin. 1. Dispudet heu nunc humani generis ignominiam renovare! Già gli pareva di rinnovarla, dovendo pur parlarne in qualche modo: Inf., xxxiii, 4. Onde ben tradusse il Vicentino: Ahi come gravemente mi vergogno di rinnovare al presente l’ignominia della generazione umana!

3. Quamquam rubor in ora consurgat animusque refugiat: viene a significare, comecchè mi sorga (per la vergogna) il rossore sulla faccia e l’animo ne rifugga, anco a solo rammentare tanto ignominiosa colpa: Inf., i, 25; xxx, 138.

6. Num fuerat satis ad tui corruptionem, quod per primam prævaricationem eliminata delitiarum exulabas a Patria? Così porta la Volgata, a cui pur si concorda la traduzione del Trissino, ma con manifesto errore; giacchè il primo Uomo non fu cacciato dalla Patria delle delizie a sua corruzione, ma perchè da una sì grave pena dovesse prendere eccitamento a correggersi e frenarsi per l’avvenire. Nè v’ha quindi menomamente a dubitare, ch’ivi non debba leggersi «ad tui correptionem,» come evidentemente risulta da tutto il contesto del discorso e dalle espresse parole che susseguono: lin. 19, 28. Ed io ho altresi creduto di scrivere «correctionem,» anzichè «correptionem,» per attenermi ad una regola ortogratica costante.

Rispetto poi ad «eluminata,» che s’incontra ne’ codici Vat. e Triv., e nella stampa del Corbinelli, il Torri, guidato dal cod. Gren., credette che il proprio vocabolo fosse «eli