E se non fosse ch’ancor lo mi vieta
la reverenza de le somme chiavi 102che tu tenesti ne la vita lieta,
io userei parole ancor piú gravi;
ché la vostra avarizia il mondo attrista, 105calcando i buoni e sollevando i pravi.
Di voi pastor s’accorse il Vangelista
quando colei che siede sopra l’acque 108puttaneggiar coi regi a lui fu vista;
quella che con le sette teste nacque,
e da le diece corna ebbe argomento, 111fin che virtute al suo marito piacque.
Fatto v’avete Dio d’oro e d’argento:
e che altro è da voi a l’idolatre, 114se non ch’elli uno, e voi ne orate cento?
Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote 117che da te prese il primo ricco patre!»
E mentr’io li cantava cotai note,
o ira o coscienza che ’l mordesse, 120forte spingava con ambo le piote.
I’ credo ben ch’al mio duca piacesse,
con sí contenta labbia sempre attese 123lo suon de le parole vere espresse:
però con ambo le braccia mi prese,
e poi che tutto su mi s’ebbe al petto, 126rimontò per la via onde discese;
né si stancò d’avermi a sé distretto,
sí men portò sovra ’l colmo de l’arco 129che dal quarto al quinto argine è tragetto.
Quivi soavemente spuose il carco,
soave per lo scoglio sconcio ed erto 132che sarebbe a le capre duro varco.
Indi un altro vallon mi fu scoperto.