Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/76

70 la divina commedia

     «Se lungamente l’anima conduca
le membra tue,» rispose quelli ancora
66«e se la fama tua dopo te luca,
     cortesia e valor dí se dimora
ne la nostra cittá sí come suole,
69o se del tutto se n’è gita fuora;
     ché Guglielmo Borsiere, il qual si dole
con noi per poco e va lá coi compagni,
72assai ne cruccia con le sue parole».
     «La gente nova e’ súbiti guadagni
orgoglio e dismisura han generata,
75Fiorenza, in te, sí che tu giá ten piagni».
     Cosí gridai con la faccia levata;
e i tre, che ciò inteser per risposta,
78guardar l’un l’altro com’al ver si guata.
     «Se l’altre volte sí poco ti costa»
risposer tutti «il satisfare altrui,
81felice te se sí parli a tua posta!
     Però, se campi d’esti luoghi bui,
e torni a riveder le belle stelle,
84quando ti gioverá dicere ‛ I’ fui ’,
     fa che di noi a la gente favelle».
Indi rupper la rota, e a fuggirsi
87ali sembiar le gambe loro snelle.
     Un amen non saría potuto dirsi
tosto cosí com’e’ furo spariti;
90per che al maestro parve di partirsi.
     Io lo seguiva, e poco eravam iti,
che ’l suon de l’acqua n’era sí vicino,
93che per parlar saremmo a pena uditi.
     Come quel fiume c’ha proprio cammino
prima da monte Veso inver levante,
96da la sinistra costa d’Apennino,
     che si chiama Acquaqueta suso, avante
che si divalli giú nel basso letto,
99e a Forlí di quel nome è vacante,