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482 la divina commedia

Immensa è stata la cura che i precedenti editori hanno dato all’interpunzione, che poi vuol dire all’interpetrazione: ché stringere o allentare i nessi, gravare sul precedente o sul susseguente, legare o sciogliere, implica una responsabilitá fondamentale. Io ho allargato la mia attenzione a tutti i piú benemeriti fra di loro. Pel tono generale, la mia interpetrazione tende alla forma piú spianata, discorsiva, ricca e varia nella sua libertá popolare, o comica, come piacque di dire a Dante. Nei particolari, piuttosto che impormi regole troppo sistematiche, ho procurato sempre di riconoscere e secondare i mille toni e colori che s’alternano e s’avvicendano, e spesso non ammettono altra regola che quella di seguirli e obbedire. Certamente è inevitabile qualche volta che, mettendo in evidenza un elemento, si riesca a trascurarne un altro: ma ho scelto di conservare, quando il mutare non dava vantaggio. Si sa che piú luoghi sono e rimarranno disputabili: e qui ne discorrerò pochi esempi, perché il lettore benevolo vegga che, se i dubbi resistono, non è mancata la cura di pensare e pesare il pro e il contro. Se le difficoltá non ci fossero, sarebbe ben stolto chi le inventasse.

Il primo è sul limitare del poema:

     E quanto a dir qual’era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura,
     tant’è amara che poco è piú morte:
ma per trattar del ben ch’io vi trovai
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.

Tra tante eccellenti ragioni che si sono dette da tanti giá in antico, e molte piú dai moderni, io mi sono deciso pei codici che hanno la congiunzione e non l’interiezione, e la copula nel primo verso, che alcuni editori sopprimono. Il «quanto» è in correlazione del «tanto», è comparativo: e vuol dire che quanto la selva è dura a ridirsi, che fa paura a ripensarla, tanto è amara a viverci, cioè tanto perverte la vita, che la morte non è peggio. Che s’affacci prima il ritrarre che l’essere, è normale, perché l’opera che incomincia è volta a ciò. E chi ben guardi, troverá