«O santo padre, che per me comporte
l’esser qua giù, lasciando il dolce loco 102nel qual tu siedi per eterna sorte,
qual è quell’angel che con tanto gioco
guarda ne li occhi la nostra regina, 105innamorato sí che par di foco?»
Cosí ricorsi ancora a la dottrina
di colui ch’abbelliva di Maria, 108come del sole stella mattutina.
Ed elli a me: «Baldezza e leggiadria
quant’esser puote in angelo ed in alma, 111tutta è in lui; e sí volem che sia,
perch’elli è quegli che portò la palma
giuso a Maria, quando ’l Figliuol di Dio 114carcar si volse de la nostra salma.
Ma vieni omai con li occhi sí com’io
andrò parlando, e nota i gran patrici 117di questo imperio giustissimo e pio.
Quei due che seggon lá su, piú felici
per esser propinquissimi ad Augusta, 120son d’esta rosa quasi due radici:
colui che da sinistra le s’aggiusta
è ’l padre per lo cui ardito gusto 123l’umana specie tanto amaro gusta;
dal destro vedi quel padre vetusto
di Santa Chiesa, a cui Cristo le chiavi 126raccomandò di questo fior venusto.
E quei che vide tutti i tempi gravi,
pria che morisse, de la bella sposa 129che s’acquistò con la lancia e coi clavi,
siede lungh’esso; e lungo l’altro posa
quel duca sotto cui visse di manna 132la gente ingrata, mobile e retrosa.
Di contr’a Pietro vedi sedere Anna,
tanto contenta di mirar sua figlia, 135che non move occhio per cantare osanna;