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446 la divina commedia

     e mente: ché la luce si nascose
da sé; però a l’Ispani e a l’Indi,
102come a’ Giudei, tale eclissi rispose.
     Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi
quante sí fatte favole per anno
105in pergamo si gridan quinci e quindi;
     sí che le pecorelle, che non sanno,
tornan del pasco pasciute di vento,
108e non le scusa non veder lo danno.
     Non disse Cristo al suo primo convento:
‘ Andate, e predicate al mondo ciance ’,
111ma diede lor verace fondamento;
     e quel tanto sonò ne le sue guance,
sí ch’a pugnar per accender la fede,
114de l’Evangelio fero scudo e lance.
     Ora si va con motti e con iscede
a predicare, e pur che ben si rida,
117gonfia il cappuccio, e piú non si richiede.
     Ma tale uccel nel becchetto s’annida,
che se ’l vulgo il vedesse, vederebbe
120la perdonanza di ch’el si confida:
     per cui tanta stoltezza in terra crebbe,
che, senza prova d’alcun testimonio,
123ad ogni promission si correrebbe.
     Di questo ingrassa il porco sant’Antonio,
e altri assai, che sono ancor piú porci,
126pagando di moneta senza conio.
     Ma perché siam digressi assai, ritorci
li occhi oramai verso la dritta strada,
129sí che la via col tempo si raccorci.
     Questa natura sí oltre s’ingrada
in numero, che mai non fu loquela
132né concetto mortal che tanto vada;
     e se tu guardi quel che si revela
per Daniel, vedrai che ’n sue migliaia
135determinato numero si cela.