Sopra seguiva il settimo, sí sparto
giá di larghezza, che ’l messo di Iuno 33intero a contenerlo sarebbe arto.
Cosí l’ottavo e ’l nono. E ciascheduno
piú tardo si movea, secondo ch’era 36in numero distante piú da l’uno;
e quello avea la fiamma piú sincera
cui men distava la favilla pura, 39credo, però che piú di lei s’invera.
La donna mia, che mi vedea in cura
forte sospeso, disse: «Da quel punto 42depende il cielo e tutta la natura!
Mira quel cerchio che piú li è congiunto;
e sappi che ’l suo muovere è sí tosto 45per l’affocato amore ond’elli è punto».
E io a lei: «Se ’l mondo fosse posto
con l’ordine ch’io veggio in quelle rote, 48sazio m’avrebbe ciò che m’è proposto;
ma nel mondo sensibile si puote
veder le volte tanto piú divine, 51quant’elle son dal centro piú remote:
onde, se ’l mio disio dée aver fine
in questo miro e angelico templo 54che solo amore e luce ha per confine,
udir convienmi ancor come l’esemplo
e l’esemplare non vanno d’un modo, 57ché io per me indarno a ciò contemplo».
«Se li tuoi diti non sono a tal nodo
sufficienti, non è maraviglia; 60tanto, per non tentare, è fatto sodo!»
Cosí la donna mia; poi disse: «Piglia
quel ch’io ti dicerò, se vuo’ saziarti, 63ed intorno da esso t’assottiglia.
Li cerchi corporai sono ampi e arti
secondo il piú e ’l men de la virtute 66che si distende per tutte lor parti: