Di quel color che per lo sole avverso
nube dipigne da sera e da mane, 30vid’io allora tutto il ciel cosperso.
E come donna onesta che permane
di sé sicura, e per l’altrui fallanza, 33pur ascoltando, timida si fane,
cosí Beatrice trasmutò sembianza;
e tale eclissi credo che ’n ciel fue, 36quando patí la suprema possanza.
Poi procedetter le parole sue
con voce tanto da sé trasmutata, 39che la sembianza non si mutò piúe:
«Non fu la sposa di Cristo allevata
del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, 42per esser ad acquisto d’oro usata;
ma, per acquisto d’esto viver lieto,
e Sisto e Pio e Calisto e Urbano 45sparser lo sangue dopo molto fleto.
Non fu nostra intenzion ch’a destra mano
de’ nostri successor parte sedesse, 48parte da l’altra del popol cristiano;
né che le chiavi che mi fur concesse
divenisser signaculo in vessillo 51che contr’ai battezzati combattesse;
né ch’io fossi figura di sigillo
a privilegi venduti e mendaci, 54ond’io sovente arrosso e disfavillo.
In vesta di pastor lupi rapaci
si veggion di qua su per tutti i paschi: 57o difesa di Dio, perché pur giaci?
Del sangue nostro Caorsini e Guaschi
s’apparecchian di bere: o buon principio, 60a che vil fine convien che tu caschi!
Ma l’alta provedenza che con Scipio
difese a Roma la gloria del mondo, 63soccorra tosto, sí com’io concipio.