e quel consiglio per migliore approbo
che l’ha per meno; e chi ad altro pensa 138chiamar si puote veramente probo.
Vidi la figlia di Latona incensa
senza quell’ombra che mi fu cagione 141per che giá la credetti rara e densa.
L’aspetto del tuo nato, Iperione,
quivi sostenni, e vidi com si move 144circa e vicino a lui, Maia e Dione.
Quindi m’apparse il temperar di Giove
tra ’l padre e ’l figlio; e quindi mi fu chiaro 147il variar che fanno di lor dove.
E tutti e sette mi si dimostraro
quanto son grandi, e quanto son veloci, 150e come sono in distante riparo.
L’aiuola che ci fa tanto feroci,
volgendom’ io con li eterni Gemelli, 153tutta m’apparve da’ colli a le foci.
Poscia rivolsi li occhi a li occhi belli.