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404 la divina commedia

     La prima vita del ciglio e la quinta
ti fa maravigliar, perché ne vedi
102la region de li angeli dipinta.
     De’ corpi suoi non uscir, come credi,
gentili, ma cristiani, in ferma fede,
105quel de’ passuri e quel de’ passi piedi.
     Ché l’una de lo ’nferno, u’ non si riede
giá mai a buon voler, tornò a l’ossa;
108e ciò di viva spene fu mercede:
     di viva spene, che mise la possa
ne’ prieghi fatti a Dio per suscitarla,
111sí che potesse sua voglia esser mossa.
     L’anima gloriosa onde si parla,
tornata ne la carne, in che fu poco,
114credette in lui che poteva aiutarla;
     e credendo, s’accese in tanto foco
di vero amor, ch’a la morte seconda
117fu degna di venire a questo gioco.
     L’altra, per grazia che da sí profonda
fontana stilla, che mai creatura
120non pinse l’occhio infino a la prima onda,
     tutto suo amor lá giú pose a drittura;
per che, di grazia in grazia, Dio li aperse
123l’occhio a la nostra redenzion futura:
     ond’ei credette in quella, e non sofferse
da indi il puzzo piú del paganesmo;
126e riprendíene le genti perverse.
     Quelle tre donne lí fur per battesmo
che tu vedesti da la destra rota,
129dinanzi al battezzar piú d’un millesmo.
     O predestinazion, quanto remota
è la radice tua da quelli aspetti
132che la prima cagion non veggion tota!
     E voi, mortali, tenetevi stretti
a giudicar; ché noi, che Dio vedemo,
135non conosciamo ancor tutti li eletti;