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386 la divina commedia

     La casa di che nacque il vostro fleto,
per lo giusto disdegno che v’ha morti,
138e pose fine al vostro viver lieto,
     era onorata, essa e suoi consorti:
o Buondelmonte, quanto mal fuggisti
141le nozze sue per li altrui conforti!
     Molti sarebber lieti, che son tristi,
se Dio t’avesse conceduto a Ema
144la prima volta ch’a cittá venisti.
     Ma conveníesi a quella pietra scema
che guarda ’l ponte, che Fiorenza fesse
147vittima ne la sua pace postrema.
     Con queste genti e con altre con esse,
vid’io Fiorenza in sí fatto riposo,
150che non avea cagione onde piangesse:
     con queste genti vid’io glorioso
e giusto il popol suo, tanto che ’l giglio
153non era ad asta mai posto a ritroso,
     né per division fatto vermiglio».