Se sí di tutti li altri esser vuo’ certo,
di retro al mio parlar ten vien col viso 102girando su per lo beato serto.
Quell’altro fiammeggiare esce del riso
di Grazian, che l’uno e l’altro foro 105aiutò sí che piace in paradiso.
L’altro ch’appresso adorna il nostro coro,
quel Pietro fu che con la poverella 108offerse a Santa Chiesa suo tesoro.
La quinta luce, ch’è tra noi piú bella,
spira di tale amor, che tutto ’l mondo 111lá giú ne gola di saper novella:
entro v’è l’alta mente u’ sí profondo
saver fu messo, che se ’l vero è vero, 114a veder tanto non surse il secondo.
Appresso vedi il lume di quel cero
che giú, in carne, piú a dentro vide 117l’angelica natura e ’l ministero.
Ne l’altra piccioletta luce ride
quello avvocato de’ tempi cristiani 120del cui latino Augustin si provide.
Or se tu l’occhio de la mente trani
di luce in luce dietro a le mie lode, 123giá de l’ottava con sete rimani.
Per vedere ogni ben dentro vi gode
l’anima santa che ’l mondo fallace 126fa manifesto a chi di lei ben ode:
lo corpo ond’ella fu cacciata giace
giuso in Cieldauro; ed essa da martiro 129e da esilio venne a questa pace.
Vedi oltre fiammeggiar l’ardente spiro
d’Isidoro, di Beda, e di Riccardo 132che a considerar fu piú che viro.
Questi onde a me ritorna il tuo riguardo,
è ’l lume d’uno spirto che ’n pensieri 135gravi a morir li parve venir tardo: