né quella Rodopeia che delusa
fu da Demofoonte, né Alcide 102quando Iole nel core ebbe rinchiusa.
Non però qui si pente, ma si ride,
non de la colpa, ch’a mente non torna, 105ma del valore ch’ordinò e provide.
Qui si rimira ne l’arte ch’adorna
cotanto effetto, e discernesi ’l bene 108per che ’l mondo di su quel di giú torna.
Ma perché tutte le tue voglie piene
ten porti che son nate in questa spera, 111procedere ancor oltre mi conviene:
tu vuo’ saper chi è in questa lumera
che qui appresso me cosí scintilla 114come raggio di sole in acqua mera.
Or sappi che lá entro si tranquilla
Raab; e a nostr’ordine congiunta, 117di lei nel sommo grado si sigilla.
Da questo cielo, in cui l’ombra s’appunta
che ’l vostro mondo face, pria ch’altr’alma 120del triunfo di Cristo fu assunta.
Ben si convenne lei lasciar per palma,
in alcun cielo, de l’alta vittoria 123ch’ e’ s’acquistò con l’una e l’altra palma,
perch’ella favorò la prima gloria
di Iosuè in su la Terra Santa, 126che poco tocca al papa la memoria.
La tua cittá, che di colui è pianta
che pria volse le spalle al tuo fattore 129e di cui è la ’nvidia tanto pianta,
produce e spande il maladetto fiore
c’ha disviate le pecore e li agni, 132però che fatto ha lupo del pastore.
Per questo l’Evangelio e i dottor magni
son derelitti, e solo ai Decretali 135si studia, sí che pare a’ lor vivagni.