Inver la Spagna rivolse lo stuolo,
poi ver Durazzo; e Farsalia percosse 66si ch’al Nil caldo si sentí del duolo.
Antandro e Simoenta, onde si mosse,
rivide, e lá dov’Ettore si cuba, 69e mal per Tolomeo poscia si scosse:
da onde scese folgorando a Iuba;
poi si rivolse nel vostro occidente, 72ove sentía la pompeiana tuba.
Di quel che fe’ col baiulo seguente,
Bruto con Cassio ne l’inferno latra, 75e Modena e Perugia fu dolente;
piangene ancor la trista Cleopatra,
che, fuggendoli innanzi, dal colubro 78la morte prese subitana e atra.
Con costui corse infino al lito rubro;
con costui pose il mondo in tanta pace, 81che fu serrato a Iano il suo delubro.
Ma ciò che ’l segno che parlar mi face
fatto avea prima e poi era fatturo 84per lo regno mortal, ch’a lui soggiace,
diventa in apparenza poco e scuro,
se in mano al terzo Cesare si mira 87con occhio chiaro e con affetto puro;
ché la viva giustizia che mi spira,
li concedette, in mano a quel ch’i’ dico, 90gloria di far vendetta a la sua ira.
Or qui t’ammira in ciò ch’io ti replíco:
poscia con Tito a far vendetta corse 93de la vendetta del peccato antico.
E quando il dente longobardo morse
la Santa Chiesa, sotto le sue ali 96Carlo Magno, vincendo, la soccorse.
Omai puoi giudicar di quei cotali
ch’io accusai di sopra, e di lor falli 99che son cagion di tutti vostri mali.