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paradiso - canto iv 327

     L’altra dubitazion che ti commove
ha men velen, però che sua malizia
66non ti poría menar da me altrove.
     Parere ingiusta la nostra giustizia
ne li occhi de’ mortali, è argomento
69di fede, e non d’eretica nequizia;
     ma perché puote vostro accorgimento
ben penetrare a questa veritate,
72come disiri, ti farò contento.
     Se violenza è quando quel che pate
neente conferisce a quel che sforza,
75non fur quest’alme per essa scusate;
     ché volontá, se non vuol, non s’ammorza,
ma fa come natura face in foco,
78se mille volte violenza il torza.
     Per che, s’ella si piega assai o poco,
segue la forza; e cosí queste féro,
81possendo rifuggir nel santo loco.
     Se fosse stato lor volere intero,
come tenne Lorenzo in su la grada,
84e fece Muzio a la sua man severo,
     cosí l’avría ripinte per la strada
ond’eran tratte, come furo sciolte;
87ma cosí salda voglia è troppo rada.
     E per queste parole, se ricolte
l’hai come déi, è l’argomento casso,
90che t’avría fatto noia ancor piú volte.
     Ma or ti s’attraversa un altro passo
dinanzi a li occhi, tal che per te stesso
93non usciresti, pria saresti lasso.
     Io t’ho per certo ne la mente messo
ch’alma beata non poría mentire,
96però ch’è sempre al primo vero appresso:
     e poi potesti da Piccarda udire
che l’affezion del vel Costanza tenne;
99sí ch’ella par qui meco contradire.