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paradiso - canto ii 319

     Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso
ti stea un lume che i tre specchi accenda
102e torni a te da tutti ripercosso.
     Ben che nel quanto tanto non si stenda
la vista piú lontana, lí vedrai
105come convien ch’igualmente risplenda.
     Or come ai colpi de li caldi rai
de la neve riman nudo il suggetto
108e dal colore e dal freddo primai,
     cosí rimaso te ne l’intelletto
voglio informar di luce sí vivace,
111che ti tremolerá nel suo aspetto.
     Dentro dal ciel de la divina pace
si gira un corpo ne la cui virtute
114l’esser di tutto suo contento giace.
     Lo ciel seguente, c’ha tante vedute,
quell'esser parte per diverse essenze
117da lui distinte e da lui contenute.
     Li altri giron per varie differenze
le distinzion, che dentro da sé hanno,
120dispongono a lor fini e lor semenze.
     Questi organi del mondo cosí vanno,
come tu vedi omai, di grado in grado,
123che di su prendono e di sotto fanno.
     Riguarda bene a me sí com’io vado
per questo loco al vero che disiri,
126sí che poi sappi sol tener lo guado.
     Lo moto e la virtú de’ santi giri,
come dal fabbro l’arte del martello,
129da’ beati motor convien che spiri;
     e ’l ciel cui tanti lumi fanno bello,
de la mente profonda che lui volve
132prende l’image e fassene suggello.
     E come l’alma dentro a vostra polve
per differenti membra e conformate
135a diverse potenze si risolve,