Apri a la veritá che viene il petto;
e sappi che, sí tosto come al feto 69l’articular del cerebro è perfetto,
lo motor primo a lui si volge lieto
sovra tant’arte di natura, e spira 72spirito novo, di vertú repleto,
che ciò che trova attivo quivi, tira
in sua sustanzia, e fassi un’alma sola, 75che vive e sente e sé in sé rigira.
E perché meno ammiri la parola,
guarda il calor del sol che si fa vino, 78giunto a l’omor che de la vite cola.
Quando Lachesis non ha piú del lino,
solvesi da la carne, ed in virtute 81ne porta seco e l’umano e ’l divino:
l’altre potenze tutte quante mute;
memoria, intelligenza e volontade 84in atto molto piú che prima agute.
Senza restarsi, per se stessa cade
mirabilmente a l’una de le rive: 87quivi conosce prima le sue strade.
Tosto che loco lí la circunscrive,
la virtú informativa raggia intorno 90cosí e quanto ne le membra vive:
e come l’aere, quand’è ben piorno,
per l’altrui raggio che ’n sé si reflette, 93di diversi color diventa adorno;
cosí l’aere vicin quivi si mette
in quella forma che in lui suggella 96virtualmente l’alma che ristette;
e simigliante poi a la fiammella
che segue il foco lá ’vunque si muta, 99segue lo spirto sua forma novella.
Però che quindi ha poscia sua paruta,
è chiamata ombra; e quindi organa poi 102ciascun sentire infino a la veduta.