Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/269


purgatorio - canto xxiv 263

     Drizzai la testa per veder chi fossi;
e giá mai non si videro in fornace
138vetri o metalli sí lucenti e rossi,
     com’io vidi un che dicea: «S’a voi piace
montare in su, qui si convien dar volta;
141quinci si va chi vuole andar per pace».
     L’aspetto suo m’avea la vista tolta;
per ch’io mi volsi dietro a’ miei dottori,
144com’uom che va secondo ch’elli ascolta.
     E quale, annunziatrice de li albori,
l’aura di maggio movesi ed olezza,
147tutta impregnata da l’erba e da’ fiori;
     tal mi senti’ un vento dar per mezza
la fronte, e ben senti’ mover la piuma,
150che fe’sentir d’ambrosia l’orezza.
     E senti’ dir: «Beati cui alluma
tanto di grazia, che l’amor del gusto
153nel petto lor troppo disir non fuma,
     esuriendo sempre quanto è giusto!»